CABARECHT
se può scordar che a guisa d’uomo è fatto.”
Bertolt Brecht
Uno spettacolo che, con il gusto per il paradosso e la provocazione, tipico del linguaggio Drag, indaga sulla corruttibilità dell’uomo e il rapporto fra morale e denaro, tra amore e potere.
Tre Drag Queen ci conducono in un viaggio che svela le contraddizioni e le ipocrisie della società, fondendo il Mondo del Drag con Varietà, Cabaret e Physical Theatre.
Il titolo strizza l’occhio alle opere di Bertold Brecht e Kurt Waill, che insieme hanno generato un nuovo linguaggio artistico dove la protesta politica e civile si combinano con l’appeal musicale spensierato del Cabaret.
I Drag show oggi, proprio come il cabaret allora, coniugano ironia e cultura pop a sferzate satiriche su tutti quei pregiudizi, quelle falsità e quelle imposizioni sociali tipiche della società contemporanea in particolare legate ai ruoli di genere, che nel Drag sono scherniti e distorti rivelandone la natura di costrutto sociale.
La forza artistica ed espressiva dei codici del Drag in CABARECHT, rendono lo spettacolo in grado di comunicare con un pubblico diversificato e internazionale.
D’improvviso l’ambiente cambia: sulle note brillanti e dinamiche del brano “Puttin’ On The Ritz”, come in un varietà di altri tempi, tra videoproiezioni e paillettes, appaiono chiaramente le nostre tre guide: Hope Nomore, Faith Faker e Charity Lost, tre Drag Queen che attraverso una coreografia dinamica e giocosa vanno a disegnare lo spazio scenico. In CABARECHT, i nomi scelti rappresentano le contradizioni, le disillusioni e le ipocrisie che incarnano le nostre protagoniste.
L’ambiente si ribalta nuovamente, una voce (voice off) perentoria richiama all’ordine le nostre Drag Queen. La Voce, forse una Dea, un Grande Fratello, o semplicemente la voce del Web, invita le nostre padrone di casa a presentarsi al pubblico e cominciare velocemente ciò per cui sono state chiamate: Cantare dell’Uomo.
Attraverso tre brani dalla tradizione del cabaret e del varietà anni ’30, si giocherà sul rapporto da sempre controverso tra l’uomo e il denaro. La scena si trasforma nella Ribalta di una Berlino anni ’30.
È “La Voce” (voice off) ad interrompere il tutto redarguendo Hope, Faith e Charity.
Sulle note di “Falling in love again” di Marlene Dietrich “La Voce” introduce il prossimo quadro. Lo spazio viene modificato sulle note malinconiche e suadenti del brano tratto da “L’angelo Azzurro”. La musica diviene un’appassionata milonga e le tre Drag Queen lentamente svaniscono. Il video diviene protagonista.
La donna è il centro di questo quadro.
La scena ora è ingombra di sedie, ecco entrare tre personaggi che ricordano maitresse di altri tempi. Saranno proprio queste tre figure a raccontare al pubblico, attraverso momenti musicali, storie di donne: donne amate, donne possedute e spesso sfruttate, donne uccise dal proprio uomo.
Il quadro si conclude sulle note di “Sposa son disprezzata” di Antonio Vivaldi: una struttura/gonna gigante, una danza disperata che da’ voce, attraverso una partitura di movimenti coreografici, al grido d’aiuto soffocato di ogni donna vittima di abusi e violenze.
Le immagini di donne patinate/truccate/imbellettate oggetto di desiderio, vengono sezionate e accostate ad immagini di donne picchiate e abusate. Il trucco beauty accostato al livido, il rossetto agli ematomi, la calza a rete alle fasciature.
La scena viene nuovamente trasformata dalle tre protagoniste per esplorare il prossimo quadro: Il Potere.
Pannelli in movimento manipolati dalle nostre performer creano una partitura coreografica che va a frammentare, catturare e altre volte a focalizzare l’attenzione su immagini di guerre e distruzione.
Nel finale “La Voce” riprende le redini dello spettacolo accingendosi a svelare la morale dell’intero spettacolo. Hope, Faith e Charity si svestono lentamente e ascoltano ciò che “Lei” sta dicendo. Quando sta per arrivare al vero significato, alla risoluzione di tutti i problemi, le tre Drag staccano improvvisamente la spina e “la Voce” si interrompe bruscamente lasciando incompiuto il suo discorso.
Le luci si spengono.
Strettamente connesse alla struttura drammaturgica, le proiezioni video sono parte integrante dello spettacolo, proprio come la musica, i performer e i macchinari.
La proiezione utilizza differenti spazi scenici con superfici vuote e piene: le immagini vengono smantellate, trasformate, moltiplicate.
Le proiezioni video diventano scenari virtuali in movimento e in continua trasformazione.
L’immagine proiettata è in alcuni momenti su schermo fisso ma anche sui corpi o su pannelli manipolati in scena dagli stessi performer, proiezioni dinamiche in movimento.
MUSICA:
Prendendo spunto dal repertorio delle ballate degli anni 30’ e ’40, connessi a brani contemporanei e sonorità elettroniche, la musica completa il rapporto tra i diversi media, proprio come le strutture sceniche e le proiezioni.
I brani utilizzati sono tratti dalle ballate provocatorie di Bertold Brecht e Kurt Weill, brani che per l’occasione sono presentati in una veste nuova e accattivante, ri-arrangiate ad hoc con sonorità contemporanee.
Il sapore vintage di tutta la colonna sonora, compensato da arrangiamenti originali per lo spettacolo, da’ vita a una composizione che diventa vero e proprio elemento drammaturgico.
SCENE:
Il lavoro sui macchinari e sulle scenografie segue e sviluppa la ricerca condotta dalla Compagnia in tutti i suoi spettacoli.
L’impianto scenico si muove intorno a un corpo centrale fatto di Scale. Queste creano differenti livelli dell’Azione scenica.
Lo spazio diviene una costruzione articolata fatta di piani, passaggi, spazi vuoti e pieni. È uno spazio comunicativo che, grazie alla manipolazione dal vivo dei performer in scena, attori e manipolatori al tempo stesso, caratterizza costantemente lo spettacolo.
Un mix tra commedia e poesie di Bertold Brecht e Kurt Wail, autori capaci di stimolare la nascita di nuovi linguaggi di polemica politica e sociale, mischiati con l’aria spensierata del varietà con protagonisti Karma B e HoliDolores.
GAY.it – online
Un ensamble artistico che mostra al pubblico un colorato e ironico universo […] Un viaggio che svela le contraddizioni e le ipocrisie della società contemporanea.
IL MESSAGGERO – Italia
Drag Pop, performing art, cabaret e opera lirica […]
Co-Prodotto da: DRAG ME UP Queer Art Festival
Attori e tecnici: 5 persone
Durata: 65 min. circa
Location: Adatto a sale teatrali e location non convenzionali.
Lingua: Utilizzo voice-off – Tradotta nella lingua del Paese
Tecniche: Drag Show / Teatro fisico / Danza /
Situazione ideale: Frontale / Semicircolare
Target: Per tutte le età
Con: Karma B e HoliDolores
Ideazione e drammaturgia: Margò Paciotti e Mauro Leonardi
Messa in scena: Lorenzo Pasquali
Testi: Mauro Leonardi
Musiche: Arrangiamenti originali di L. Longobardi e D. Guarnieri
Macchine: Ondadurto Teatro
Costume Design: KB Project
Assistente Costumi: La Diamond
Parrucche: Baldoria Crazy Wigs e Farida Kant
Voce narrante: Francesco Maggi




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