Terramia
E CHE DISPONI DI ABBASTANZA FICHES PER GIOCARE”
Zygmunt Bauman
Uno spettacolo che ha debuttato a New York City nel LaMaMa Theatre.
Un’opera multimediale originale, che dà vita ad una feroce indagine sull’assenza di identità.
Immerso in una potenziale società atemporale, sebbene futuribile.
Quanto davvero ciò che siamo ci identifica e quanto invece ci classifica?
Terramiaè un’opera multimediale originale, accessibile a un pubblico internazionale ed eterogeneo, che attraverso l’utilizzo di linguaggi scenici contemporanei, dà vita ad una feroce indagine sull’assenza di identità.
Immerso in una potenziale società atemporale lo spettatore rivaluta la sua conoscenza dell’essere umano attraverso gli occhi di una androide che scopre l’intima quotidianità dei diversi personaggi.
Tratto comune di ognuno è l’incedere e il progredire di uno smarrimento del singolo, un’identità sempre più liquida e mutabile.
Si susseguono quadri che rappresentano frammenti di vita reale, situazioni contemporanee raccontate attraverso ambienti surreali e postmoderni, con linguaggi a tratti ironici e grotteschi. Un possibile futuro come specchio del nostro presente.
In tour: 2019 – 2023
Attori e tecnici: 11/12 persone in tour (9 attori / attrici)
Durata: 70 min. circa
Location:Adatto a teatri e location non convenzionali.
Lo spazio scenico e quello designato per il pubblico devono essere separati.
Lingua: NO TESTO >> performance non verbale
Tecniche: Teatro fisico / Danza / Macchinari scenici e grandi oggetti in movimento
Pubblico: Idealmente circa 700 persone. Può ospitare fino a 1.000 persone.
Target: Tutte le età. Adatto a un pubblico internazionale.
Varie: Uso di proiezioni video. Tutte le strutture e i macchinari sono manipolati e spostati dagli attori durante la performance.
Regia: Margò Paciotti
Proprietà intellettuale: ONDADURTO TEATRO / Lorenzo Pasquali and Margò Paciotti
Cast: Marco Golinucci, Valerio Marinaro, Giorgia Marras, Sara Mennella, Andrea Onori, Lorenzo Pasquali, Tiziana Santercole, Dario Vandelli, Giulia Vanni.
Contributi video estratti dal film “NORMAL” di Adele Tulli / produzione Film Affair (selezionato per la sezione Panorama al Berlin International Film Festival 2019, per il CPH:DOX 2019 e per il Thessaloniki Documentary Festival 2019, e vincitore del Torino Lovers Film Festival 2019)
Materiale fotografico dalla serie “Martiri” [Martyrs] di Stefano Moscardini
Macchinari: Lorenzo Pasquali and Massimo Carsetti
Costruzione dei macchinari: Dario Vandelli
Costume Design: K. B. Project
Light Design: Roberto Mazzaro
International Consultancy: Ute Classen Kulturmanagement – GERMANIA
E se ad osservare l’uomo non fossimo noi, assuefatti da noi stessi, ma fossero gli occhi di una androide?
Lei si sveglia per la prima volta, totalmente all’oscuro del mondo che la circonda.
Il suo creatore procede all’inserimento dei dati riguardanti la razza umana.
Così Erica, l’androide, con uno sguardo innocente, bambino, inizia la sua scoperta dell’umanità.
Ma quanto i personaggi che popolano questo percorso saranno integri, quanto non saranno schiacciati dalle e nelle loro stesse identità?
Erica nel viaggio incontra una giovane che tenta di essere una “semplice” immagine esteriore, tenta di identificarsi in ciò che è puro apparire; un reduce di guerra che teme tutto ciò che non è in un campo di battaglia, incapace di rapportarsi ad una quotidianità “a riposo”; un ragazzo/influencer guidato da surreali vallette che gli indicano come essere IN e come ottenere più LIKE, mentre in realtà non è altro che un involucro colmo di solitudine, senza alcuna appartenenza.
Lei scoprirà come “deve” essere un uomo e come “deve” essere una donna in una società che lo stabilisce sin dai primi mesi di vita.
E poi, Uomo di giorno per adempiere al suo “compito” sociale e donna di notte per restare fedele al suo essere; una coppia sposata in cui gli stereotipi domestici si trasformano in un quadro grottesco, in una escalation di ferocia.
Sola, si trova per la prima volta direttamente nel mondo e qui incontra una donna. In lei Erica si specchia trovando un’essenza simile, che porta con sé il dolore di un amore perduto.
La nostra androide cerca di alleviarle il dolore riportandole una proiezione quanto mai reale del suo amor perduto. Ed è qui che Erica scopre il cuore pulsante che muove ed anima l’essere umano.
Una piccola luce si trasforma in lei, il cuore robotico sparisce, Erica è nel mondo e lentamente umanizza la sua essenza.
Ma di qui il percorso ci porta in un futuro presente distopico dove un ragazzo ha una vita totalmente organizzata dall’intelligenza artificiale che lo accompagna, un mondo in cui tutto è mercificazione, un salotto borghese in cui la partita che definirà la sorte delle “pedine” è in mano a 3 potenti… sotto di loro, un popolo, pedine umane di un atroce e folle gioco al massacro.
Di queste identità, di questi individui, dei loro corpi, delle loro vite cosa ne rimane alla fine? Vi è una possibile via d’uscita? Forse… dipende solo da noi.
L’impianto scenografico e le macchine teatrali creano, modificano e stravolgono la scena dando vita a un unico piano sequenza in cui lo spazio stesso diviene elemento pulsante e drammatico.
Lo sfondo è un ambiente rarefatto, un bianco e nero lacerato da colori vividi e brutali, acidi e scintillanti.
Sono gli interpreti/performer, al tempo stesso attori e manipolatori, a muovere le strutture e a costruire e distruggere via via i diversi luoghi e livelli dell’azione.
L’impianto spettacolare si muove intorno ad un corpo centrale fatto di moduli.
I moduli, diversi per forma e movibili, fungono da carrelli cinematografici per imporre campi lunghi, primi piani e particolari, concedendo a personaggi e spettatori di cambiare, pur ciascuno dalla propria prospettiva, continuamente punto di vista.
IMMAGINI E VIDEO:
Il Video, come la musica e la scenografia è parte essenziale del linguaggio utilizzato e diviene di volta in volta ambientazione, testo, allegoria, personaggio.
Immagini video e grafica vanno ad arricchire la scena andando a creare sinergie innovative.
Schermi in movimento, strutture e i corpi degli interpreti diverranno le superfici attraverso le quali le immagini prenderanno vita in un dialogo costante. Un gioco di proporzioni trasfigurate e primi piani strettissimi i protagonisti compongono e sfaldano spazi e trame.
Un cocktail esplosivo di feroce leggerezza da assorbire in un unico fiato.
Sessantacinque minuti al cardiopalma in grado di disturbare la più pacificante delle certezze: chi sei tu? chi sono io?
“Gli spettacolo [di ONDADURTO TEATRO] sono celebri per le loro analisi della società, sempre affilate e dalle tinte grottesche, nonché dalle stupende coreografie e scnografie.”
Strandgut. Das Kulturmagazin – Germania
“La compagnia, già acclamata a New York, mette in scena uno spettacolo dal forte impatto sul ruolo dell’individuo in una società che, sempre di più, è manipolata dai mass media, dai nazionalismi e dalle ideologia.”
Tg3 – RAI 3 – Italia
“…con TERRAMIA la compagnia ONDADURTO TEATRO vuole dedicare simbolicamente il palco a ciò che siamo e a cosa siamo diventati oggi, nella caccia all’immagine perfetta, tra luci, video ed effetti speciali.”
Il Messagero – Italia
“… un’indagine sull’identità, o piuttosto sulla sua assenza, in un crescendo di video-proiezioni e note musicali, tra colonna sonora originale e brani ben noti, che trascinano il pubblico in un noir senza tempo …”
Under 25 – Critici per Caso (online)
“Il potere dello spettacolo è innegabile, arricchito da momenti di delicatezza che danno al pubblico un’amara armonia”
Rassegna stampa online
“… approcci forti e a volte grezzi eseguiti da attori di talento … un lavoro sfaccettato che tocca intimamente l’anima umana”
la Repubblica – Italia
(“… è un album di scenari, strutture, impianti e macchine, ed è un censimento antropologico, fenomenico, fisiognomico e distopico che procurerà al pubblico in sala uno scompiglio percettivo.”)
Il Tempo – Italia
(“…un teatro urbano dallo stile inconfondibile, orgoglio italiano sui palcoscenici e per le strade del mondo.”)
Rassegna stampa online – USA
(“… questa produzione miscela magistralmente testo, movimento, musica (originale e non), video proiezioni, split screen, macchinari, strobes, grandi piattaforme mobili su ruote che danno vita a mille scenografie diverse e una serie di scene di situazioni quotidiane che coinvolgono e che spesso infammiano lo spettatore.”)
Time Out New York – USA
(“La vita attraverso gli occhi di un robot rappresentata in questa performance multimediale creata dalla fantasia della compagnia italiana di teatro fisico ONDADURTO TEATRO.”)



